Non solo AI, in azienda serve l’intelligenza emotiva
Nel mondo del lavoro, l’evoluzione tecnologica e organizzativa procede a una velocità impressionante. Le aziende non possono più limitarsi a reagire al cambiamento, ma devono anticiparlo, guidarlo e governarlo. In questo scenario, la funzione Risorse Umane assume un ruolo centrale come abilitatore della trasformazione, perché è chiamata a promuovere modelli di leadership sostenibili e una cultura sempre più data driven.
Secondo una recente ricerca di Gartner targata 2025, il 75% dei Chief Human Resources Officer considera l’adozione di Intelligenza Artificiale (AI) e Analytics una priorità per i prossimi due anni. Un dato che conferma quanto l’evoluzione dei processi HR sia ormai indissolubilmente legata alle tecnologie digitali.
È da queste premesse che ha preso forma l’evento dal titolo “HR Shift: da spettatori a registi del cambiamento con AI e EQ”, organizzato da Alterna e Nextea presso Altea Federation per presentare EvolveHR, la soluzione che integra intelligenza emotiva e strumenti avanzati di People Analytics per supportare la gestione e lo sviluppo delle persone.
La tecnologia a supporto della cultura data driven
Il modello EvolveHR si basa su Six Seconds, un framework scientificamente validato che identifica otto competenze chiave di intelligenza emotiva (EQ): autoconsapevolezza, gestione delle emozioni, orientamento, empatia, capacità decisionale, ottimismo realistico, gestione delle relazioni e influenza positiva. Questi ‘muscoli emotivi’ sono misurati attraverso assessment periodici e integrati con strumenti di analytics e dashboard dedicate che permettono ai manager HR di monitorare performance, engagement e rischi di burnout.
Grazie a un AI Agent, la piattaforma analizza i dati storici e genera suggerimenti operativi personalizzati, offrendo insight utili a migliorare comunicazione, collaborazione e benessere dei team. “L’intelligenza emotiva dovrebbe diventare un linguaggio comune nelle aziende”, ha spiegato Massimiliano Caviglia, Associate Partner di Nextea. “Con un approccio data driven è possibile allenarla e svilupparla in modo sistematico, rendendo gli interventi di formazione e coaching più mirati ed efficaci”.
Tra le realtà che hanno adottato il modello EvolveHR c’è Giva Group, gruppo industriale italiano specializzato nella produzione di acciaio e componenti forgiati. Nel pieno di un passaggio generazionale e di una revisione dell’intero assetto organizzativo, l’azienda ha scelto EvolveHR per sviluppare una nuova cultura manageriale basata sulla valorizzazione delle persone. I manager, supportati da dati e percorsi di coaching personalizzati, hanno potenziato la propria consapevolezza e capacità di guida. La funzione HR, a sua volta, ha rafforzato il proprio ruolo strategico, superando il tradizionale perimetro di formazione e recruiting per diventare partner attivo della trasformazione.
La costruzione di un archivio dati
All’interno di Altea Federation, l’integrazione dell’intelligenza emotiva nei processi di Talent management ha coinvolto 1.400 collaboratori. Il progetto ha introdotto la figura degli Enabler, responsabili del benessere e dello sviluppo delle persone, e ha previsto la somministrazione di assessment EQ a tutta la popolazione aziendale. Ogni collaboratore ha ricevuto un Brain Style Report, mentre gli Enabler hanno potuto accedere alla EQ Talent Dashboard, uno strumento che trasforma i dati in insight predittivi utili per attivare dialoghi di qualità e definire percorsi di coaching mirati.
In quattro anni, Altea Federation ha costruito un archivio dati di grande valore, capace di raccontare anche l’impatto emotivo dei periodi più complessi, come la pandemia. Su questa base è stato sviluppato l’AI Expert Agent, un assistente digitale in grado di leggere i dati di intelligenza emotiva e suggerire ai manager azioni concrete per migliorare relazioni, collaborazione e benessere dei team.
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